Le origini della Maschera

L’etimologia della parola maschera non è certo, probabilmente proviene dal latino medievale “masca”, ovvero “strega”. Fin dall’antichità la maschera è stata in qualche modo collegata al mondo magico, ad essa veniva attribuita la capacità di comunicare con il mondo l’aldilà. L’utilizzo della maschera durante le cerimonie e riti religiosi presso le antiche popolazioni greche venne adottato anche nell’ambito teatrale, durante le rappresentazioni. In questo caso l’uso delle maschere che ne veniva fatto era volto a rendere la comprensione della vicenda messa in atto più immediata, di rendere 
facilmente riconoscibili i personaggi allo spettatore e di amplificare la voce degli attori, in modo che fosse udibile anche nei punti del teatro più distanti dal palcoscenico.

Il termine latino che invece stava ad indicare originariamente la maschera teatrale era “persona”, cioè suonare- attraverso, lo strumento attraverso il quale risuonava la voce dellattore. Il termine “persona” assunse, in seguito, il significato di personaggio e per estensione di individuo, indicando colui che “porta la maschera”.Dal contatto di commediografi latini con i testi della commedia ellenistica nacque il teatro latino che prevedeva la messa in scena di maschere fisse, ovvero stereotipate all’interno di intrecci narrativi ugualmente prestabiliti e, di conseguenza, monotoni.

Le maschere vengono poi riprese dalla Commedia dellarte, che nasce in Italia verso linizio del cinquecento: gli attori recitano prevalentemente mascherati e riuniti in compagnie composte di parti fisse. Una delle novità apportate, oltre a quella del contratto stipulato con il notaio che andava così a definire quella di attore una professione, era la possibilità di recitare per le donne. Il pubblico a teatro, verso l’inizio del settecento, diventa prevalentemente composto da rappresentanti della borghesia. Il tipo di teatro richiesto dal pubblico borghese era un teatro che mettesse in atto gli ideali, i valori e i criteri morali tipici borgesi e personaggi in cui essi stessi potessero rispecchiarsi.


Verso linizio del settecento il pubblico del teatro comincia a cambiare, avviandosi ad essere prevalentemente composto dal ceto borghese, il quale pretende che il teatro non faccia più solo divertire lo spettatore, ma gli permetta di rispecchiarsi e riconoscersi negli attori e di vedere rappresentati sulla scena i criteri morali su cui si basa la sua visione del mondo. Le nuove esigenze del pubblico diedero vita ad alcune riforme teatrali come quelle di  Carlo Goldoni. Fortemente polemico nei confronti della commedia dellarte, obbligò gli attori a riferirsi a un testo scritto ed  eliminò gradualmente le maschere, al fine di realizzare una commedia verosimile, in grado di riflettere in modo realistico la società contemporanea. Ponendo uno "stop" all'idealizzazione Goldoni cambia le ambientazioni, i personaggi rappresentati e conferisce loro un'individualità sempre più marcata trasformando, così la commedia dell'arte in "commedia di carattere".