Luigi Pirandello
Luigi Pirandello è il maggior esponente della prosa italiana del primo Novecento, della cui crisi delle certezze ne è testimone critico.
Nel 1867 Pirandello nasce in Sicilia a Girgenti,(nome dell’attuale Agrigento fino all’epoca fascista)in una famiglia di agiate condizioni economiche. Egli nasce in una villetta dal nome “Caos” dove la sua famiglia si era rifugiata per sfuggire ad una epidemia di colera.
“Io dunque son figlio del caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà”
L’espressione verrà spesso ripetuta ironicamente, dallo scrittore, in conversazioni orali per sottolineare l’irrazionalismo di fondo che caratterizza la sua visione del mondo, pure apertamente dominata da un rigoroso raziocinio.
Egli consegue gli studi liceali a Palermo dove si diploma nel 1886 anno in cui torna con la famiglia a Girgenti ed inizia ad aiutare il padre nella gestione delle miniere.
Si iscrive poi alla facoltà di Palermo e, successivamente, alla facoltà di lettere dell’Università di Roma che abbandona per trasferirsi a Bonn in Germania. Una volta laureato in Filologia torna a Roma per tentare la carriera da scrittore, un amico lo presenta a Luigi Capuana introducendolo negli ambienti giornalistici e letterari.
L’incontro con il grande maestro del Verismo italiano è determinante nella sua conversione dalla poesia alla prosa segnata dalla pubblicazione del suo primo romanzo “L’esclusa”.
Nel 1894 sposa a Girgenti la ricca ventiduenne figlia di un socio in affari del padre, Antonietta Portulano, con la quale si stabilisce definitivamente nella capitale e che gli darà due figli.
Nel 1897 Luigi Pirandelllo accetta l’incarico di insegnamento della lingua italiana presso l’istituto Superiore di Magistero di Roma.
In seguito ad una grave crisi economica che colpisce la famiglia le condizioni della moglie , in preda a crisi depressive, peggiorano fino a giungere a un tracollo nervoso , una forma di paranoia che si manifesta nella mania di persecuzione e di gelosia nei riguardi del marito il quale, però, non smette mai di dedicarsi a lei con le cure più affettuose e amorevoli fino alla sua morte in una casa di cura nel 1959.
Pirandello dopo la fine della guerra si dedica interamente al teatro, questo suo nuovo interesse lo fa avvicinare all’attrice Marta Abba che diventa sua interprete e ispiratrice di riferimento.
Nel 1934 Pirandello riceve il premio Nobel e nel 1936 si ammala di polmonite durante le riprese di un film tratto dal romanzo Il fu Mattia Pascal e morì il 10 dicembre nella sua casa romana.
Luigi Pirandello muore senza onori e discorsi ufficiali, avvolto, nudo, in un lenzuolo in attuazione delle sue ultime volontà. Le ceneri, racchiuse in un cratere ricavato nel tufo arenario della sua amata terra, riposano al “Caos”, vicino al pino a lui più caro.
“Una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile‟ -Uno, nessuno e centomila-.